Oggi
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La sede dell'Acquedotto Poiana
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Lo sportello pubblico
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il ciclo idrico integrato
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serbatoio Monte dei Bovi
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depuratore di Camino di Buttrio
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filtri a carbone attivo (pozzo di Ziracco)
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Simulazione matematica (pressioni nei nodi acquedotto)
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stazione di pompaggio a San Nicolò di Manzano
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abaco delle reti per sopralluoghi
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campo fotovoltaico (pozzo di San Giorgio a Firmano)
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telecontrollo depurazione
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distrettualizzazione per ricerca perdite
Come è chiaramente comprensibile dalla lettura di questa piccola ma curiosa storia dell'Acquedotto del Poiana il comune di Cividale del Friuli ha avuto un ruolo di protagonista nella creazione della realtà acquedottistica nel territorio della valle del Natisone. Del resto la città di Cividale ha rappresentato nei secoli e rappresenta tuttora il fulcro della vita delle valli del Natisone. Il Consorzio Acquedotto Poiana resta quindi, se non altro per la sua storia, uno dei simboli della città longobarda. Negli ultimi anni lo Stato Italiano ha promulgato nuove ed innovative leggi in materia di acque tra cui la legge 183/89 sulla difesa del suolo e la legge 36/94 conosciuta anche come legge Galli. Quest'ultima attribuisce ai gestori degli acquedotti il compito ben più gravoso della gestione del ciclo integrato delle acque (acquedotti, fognature e depurazione) che impongono importanti decisioni in merito al futuro del Consorzio Acquedotto Poiana.
La più volte pronunciata volontà di mantenere una propria autonomia gestionale nel cividalese deve infatti fare i conti con le nuove politiche economiche nazionali e comunitarie che vogliono anche un bene primario come l'acqua inserito nelle regole del mercato e del profitto. Questa soluzione studiata per i grossi centri cittadini e metropolitani però si inquadra assai male nel contesto territoriale di Cividale che potrebbe vedere svanire la sua predominanza territoriale a vantaggio di dichiarate ma non provate economie di scala.