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Azienda

La nascita

  • Presa idrica Poiana presso Stupizza
    Presa idrica Poiana presso Stupizza
  • Cunicolo di presa (Stupizza - 1911)
    Cunicolo di presa (Stupizza - 1911)
  • I danni della piena del 21 giugno 1958
    I danni della piena del 21 giugno 1958

Correva il 24 novembre 1906 quando nella sede municipale del comune di Cividale del Friuli erano convocati i rappresentanti dei comuni di Brazzano, Buttrio, Chiopris, Cormons, Corno di Rosazzo, Ipplis, Manzano, Premariacco, Prepotto, Remanzacco, Rodda, S.Giovanni di Manzano, S.Pietro al Natisone e Tarcetta per discutere e deliberare sulla convenienza ed opportunità di promuovere la costituzione di un Consorzio per la fornitura di acqua potabile.
Una scelta importante che segnerà il tempo dell'acquedotto di Cividale e concluderà il periodo di gloria della fontana di piazza del Mercato.
Il Consorzio nasce per la volontà di diversi comuni di dare una pratica soluzione ad un problema insoluto: derivare, trasportare e distribuire la quantità d'acqua potabile necessaria al fabbisogno dei centri cittadini.
Fu così che formalmente il giorno 23 novembre 1911 i Comuni di Cividale del Friuli, Buttrio, Corno di Rosazzo, Ipplis, Manzano, Moimacco, Pavia di Udine, Pradamano, Premariacco, Remanzacco, S.Giovanni di Manzano, Trivignano Udinese si costituiscono in consorzio volontario allo scopo di provvedere alla completa esecuzione di un progetto tecnico amministrativo per la costruzione di un acquedotto di derivazione e distribuzione nei rispettivi territori dell'acqua della sorgente detta "Pojana" sita in Comune di Tarcetta. Successivamente con decreto prefettizio 28 febbraio 1912 n.4549 viene costituito il Consorzio del Poiana.
Il Consorzio aveva tra i suoi compiti istituzionali la progettazione, l'esecuzione e la manutenzione dell'acquedotto. La spesa per la progettazione, l'esecuzione dell'opera e la sua gestione e manutenzione fu sostenuta da ciascun comune nella misura stabilita sul progetto tecnico amministrativo. Durante tutto l'arco del 1911 perdurarono le trattative con il comune di Tarcetta per ottenere le necessarie garanzie sui permessi per la costruzione dell'opera di presa.
Il progetto della presa, già affidato prima del 1910 all'ing. Paciani, viene avviato dopo un sopralluogo eseguito il giorno 25 maggio 1910 come riportato "in primis et ante omnia" nella delibera dell'Assemblea Consorziale della stessa data. Successivamente prendono avvio i lavori della presa.
Il progetto prevedeva la costruzione di un'unica galleria filtrante che, se non sufficiente a fornire l'acqua necessaria a tutti i comuni del sodalizio, sarebbe stata potenziata con la costruzione di ulteriori gallerie trasversali. Nonostante l'incertezza sulla portata educibile l'assemblea decise di iniziare la costruzione della galleria principale che comunque risultava necessaria. Il 15 luglio 1911 l'ing. Nob. Paciani e l'ing. Cav. Granzotto, nel frattempo incaricato di cooperare alla direzione lavori nell'esecuzione della presa, comunicano in assemblea le difficoltà riscontrate nella costruzione della presa riconoscendo "la necessità di cambiare rotta" per la presenza d'acqua nello scavo.
Si decise allora di sostituire la galleria filtrante con un cunicolo di presa posto alla profondità della falda venuta allo scoperto con l'apertura dello scavo della galleria. Al fine di poter costruire tale nuovo manufatto veniva previsto un canale fugatore avente la funzione basilare di abbassare la falda acquifera sino ad una quota tale da permettere di poter lavorare all'asciutto. Dall'apertura dello scavo emerge che la falda acquifera risulta protetta da due potenti strati di argilla che riducono notevolmente i rischi di vulnerabilità della falda. Il 21 settembre 1911 risulta già ultimato il canale fugatore ed in pari data risultano già iniziati i lavori di scavo del cunicolo di raccolta. Il costo dell'opera di costruzione del cunicolo di raccolta, del canale fugatore e dell'edificio di presa viene preventivato in Lit. 45.700 .
Il 24 novembre 1891 viene presentato il progetto dell'acquedotto Poiana a firma dell'ing. Ugo Granzotto. Singolare la polemica riportata sulla cronaca del giornale "La Patria del Friuli" del 23 gennaio 1912 ove si argomenta, alla stessa stregua delle grandi opere pubbliche di oggi, sulla lievitazione delle spese e sulle scelte progettuali: "La giunta del Consorzio per l'Acquedotto Poiana, dopo d'aver attraversato un periodo di misterioso silenzio, da sembrare quasi un comitato segreto della Giovane Italia, da qualche tempo s'è fatta viva pubblicando sui giornali della provincia le relazioni delle sue sedute … . Abbiamo appreso che la spesa per il progetto che non doveva superare le diecimila lire salì invece a ventimila quantunque l'ingegnere progettista abbia ridotto la specifica del 50% di cui fu ringraziato." E nel formulare una serie di considerazioni sulla scelta dei tubi Mannesmann anziché tubi in ghisa conclude: "a noi sembra che le osservazioni espresse dovrebbero essere sufficienti a far sì che i componenti della giunta anziché incensarsi reciprocamente pensassero seriamente all'errore al quale ciecamente vanno incontro e pensare invece alla responsabilità cui vanno incontro per gli inconvenienti del progetto dell'acquedotto a cui si rimedia oggi col fare il giro delli Comuni."
Nella seduta del 10 aprile 1913, su proposta dello stesso ing. Ugo Granzotto, si demandò ala volontà dei singoli Comuni di sostituire i tubi Mannesmann con tubi in ghisa assumendosi a loro carico la ulteriore spesa.
Nel frattempo veniva stipulato il contratto preliminare per l'acquisto delle sorgenti del Poiana compresa una zona di protezione delle medesime con il Comune di Tarcetta.
Il 27 dicembre 1913 il Consorzio deliberava di acquistare definitivamente le sorgenti del Poiana nonché le terre ad esse adiacenti e più precisamente una superficie di 18460 mq. I lavori di posa delle condotte avevano avuto inizio ed in base ad una relazione dell'ing. Granzotto al 16 maggio 1914 risultavano eseguiti 6000 metri di condotta in ghisa dalla presa al grande serbatoio di Monte dei Bovi sopra Cividale. Quest'ultimo era già quasi ultimato.
I lavori procedevano a rilento sia a causa della disorganizzazione dell'impresa sia a causa di forza maggiore quale il rigore delle stagioni invernali; nel 1915 a causa degli eventi bellici per ordine dell'autorità militare furono sospesi per tre mesi. Nello stesso periodo l'ing. Ugo Granzotto, progettista e direttore dei lavori, fu temporaneamente sostituito dall'ing. Lorenzo de Toni. Si facevano via via sempre più pressanti le richieste di accelerare l'esecuzione dei lavori da parte dei Comuni consorziati che a fronte di notevolissimi investimenti sostenuti con le esigue casse comunali, non vedevano ancora il prezioso elemento defluire nelle tubazioni comunali e tanto meno entrare gli incassi che dall'acquedotto erano previsti.
L'ing. De Toni relazionando all'assemblea consorziale il 25 settembre 1915 sull'andamento dei lavori affermava: "la costruzione dell'acquedotto era a buon punto, mancando al compimento solo la diramazione presso Corno di Rosazzo ed alcuni attraversamenti di strade e canali, ma l'inizio delle operazioni di guerra fecero sospendere ogni lavoro d'ordine dell'autorità militare e ciò fu causa di un notevole ritardo".
Proseguivano intanto le prove di carico e collaudo delle condotte, con grosse difficoltà legate sia alla mancata previsione di elementi di sfiato delle condotte sia a manovre di carico troppo repentine; quest'ultime portavano portavano le condutture a sopportare pressioni non previste in fase di progettazione. Naturalmente accanto a queste cause c'erano anche quelle derivate da difetti costruttivi delle tubazioni.
Superate anche queste ulteriori complicazioni tecniche l'acqua cominciò ad essere erogata nei comuni di Buttrio, Ipplis e naturalmente Cividale. Le portate erano comunque ridotte a causa delle richieste delle autorità militari che dovevano assicurare, con precedenza assoluta, l'approvvigionamento d'acqua alle truppe.
Successivamente alla messa in esercizio delle tubazioni ed al completamento dell'anello di Cividale, dei collegamenti di Corno di Rosazzo, Spessa e dell'oltre Torre, l'ing. Granzotto riprese la direzione lavori e proponeva di costruire un manufatto in località Tiglio per ovviare ai problemi altimetrici che parecchie volte avevano già reso vane le operazioni di caricamento delle condotte. Si trattava di un piccolo serbatoio interruttore che aveva il compito di stabilizzare la pressione.
I lavori proseguirono sino al 1920, anno in cui venne inaugurato l'acquedotto.
Nel medesimo anno iniziavano a delinearsi le prime idee per la costruzione della sede del Consorzio, che sino ad allora aveva avuto diverse ubicazioni a cominciare da quella della sede municipale di Cividale sino a casa Brusini nel 1920.
Il 26 novembre 1921 veniva deliberato di acquistare un terreno di 2700 mq dalla contessina Elvira de Nordis all'esterno della porta di borgo S.Pietro e successivamente nello stesso anno fu approvato il progetto per la costruzione della sede consorziale a firma dell'architetto D'Aronco .
La sede fu ultimata nel 1926 destinando il piano terra agli uffici del Consorzio ed il primo piano ad appartamento del Direttore del Consorzio.
Da quel momento si susseguirono innumerevoli interventi nei comuni consorziati per il potenziamento dell'acquedotto e la sua manutenzione. Il Consorzio Acquedotto Poiana continuò ininterrottamente ad erogare acqua dalla sorgente Poiana sino al 1962 anno in cui a causa della siccità della stagione estiva del 1961 si provvide a perforare un primo pozzo a S.Nicolò di Manzano da cui prelevare 100 l/s .
Successivamente per assicurare un servizio più continuo, anche in caso di guasto della pompa, a S.Nicolò fu perforato un secondo pozzo nel 1972 ed ancora un terzo nel 1992.
Sempre a causa della maggiore richiesta idrica e degli eventi siccitosi dell'inverno 1989 il Consorzio Acquedotto Poiana decise di provvedere alla perforazione di un nuovo pozzo a Cividale del Friuli in località S.Giorgio per edurre una portata di 70 l/s. Attualmente il Consorzio Acquedotto Poiana sta monitorando la presa della nuova sorgente Arpit, ove ha ottenuto la concessione alla captazione di 50 l/s. Inoltre è allo studio un'interessantissima idea per l'approvvigionamento di acqua potabile a gravità dalle falde del monte Stol nella vicina Slovenia.

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